Utente: Galleria Nazionale d’Arte Moderna
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All’interno delle attività di accesso all’infrastruttura IPERION_CH.it, il laboratorio mobile MOLAB del CNR-ISTM ha partecipato al progetto Studio dei materiali pittorici del Divisionismo italiano svolgendo una campagna diagnostica non invasiva in situ che ha preso in esame 4 opere di artisti italiani realizzate con tecnica divisionista nel primo ‘900, collocate nei depositi della GNAM, Galleria Nazionale Arte Moderna, di Roma. Le tele studiate sono state “Prato fiorito” di G. Pellizza (1900-1903), “Mammina” di G. Previati (1908), “Fuori Porta San Giovanni” di Enrico Lionne (1911) e “La sorella minore” di Plinio Nomellini (1911).
Essendo il Divisionismo una tecnica artistica di pittura che utilizza i colori puri mescolati otticamente e non fisicamente per ottenere particolari effetti di luminosità, l’obiettivo del progetto è stato proprio quello di caratterizzare attraverso metodi non invasivi sia questa tecnica di esecuzione che i vari materiali pittorici utilizzati dagli artisti sulle opere selezionate, al fine di comprenderne il modus operandi in relazione al periodo storico e di tutelarne la conservazione.
Il MOLAB è intervenuto sulle opere scelte dopo una campagna preliminare di analisi svolta dall’Istituto Superiore per la Conservazione e Restauro di Roma, ISCR (EDXRF, riflettografia UV e IR falso colore), scegliendo diverse tecniche spettroscopiche di indagine puntuale volte alla comprensione elementare e molecolare dei materiali costituenti le opere in esame.
Nella fattispecie, il laboratorio mobile ha impiegato la fluorescenza a raggi X (XRF) per studiare la composizione elementare; invece per la caratterizzazione molecolare dei materiali costitutivi, pigmenti, lacche, binders, vernici, sono state adottate le spettroscopie vibrazionali nel medio e vicino infrarosso in riflessione (mid-FTIR, nir-FTIR) e quella Raman e le spettroscopie UV-Vis in riflettanza ed emissione.
La complementarità dei dati acquisiti, raccolti interamente in un unico file digitale MOVIDA attraverso l’ausilio dell’omonimo software sviluppato dal MOLAB (software ideato con l’intento di riunire in modo chiaro e semplice tutti i dati analitici ottenuti, e le relative interpretazioni, durante una campagna di indagini), ha permesso di risalire a un quadro completo di comprensione delle opere, dalla descrizione dello strato di preparazione a quello della vernice superficiale, constatando come i materiali impiegati riflettano bene lo stile dell’epoca di appartenenza degli artisti, confermando inoltre in quasi tutti i casi la tecnica di pittura divisionista, ossia la presenza di pennellate di colori puri accostati.
Infine, tali informazioni sono state essenziali per la caratterizzazione dello stato attuale di conservazione dei quadri, nell’ottica a lungo termine della loro tutela nel tempo.