La street art entra nei progetti PRIN

La street art è stata riconosciuta parte del nostro patrimonio culturale solo negli ultimi anni. Il carattere effimero, il libero accesso e l’esposizione all’ambiente e alle azioni antropiche, rendono i dipinti pubblici vulnerabili all’abbandono, alla rimozione, al vandalismo e al degrado. Oltre a ciò, le strategie volte alla loro conservazione e fruizione sono piuttosto poco chiare o carenti.
Il progetto PRIN-2020 SUPERSTAR Sustainable Preservation Strategies for Street Art , si pone come obiettivo la definizione di linee guida innovative per la strategia di conservazione della street art, volte a salvaguardarne il potente messaggio sociale e culturale nel contesto urbano. Una combinazione di tecniche non invasive e micro-invasive è ottimizzata per far luce sulle proprietà chimico-fisiche e sugli aspetti di vulnerabilità dei moderni materiali pittorici che costituiscono le opere d’arte di strada. Gli studi effettuati in laboratorio sui materiali di riferimento sono supportati da ricerche condotte su casi studio rilevanti, localizzati in diversi contesti ambientali urbani. Il focus è sui materiali utilizzati dagli artisti e sui rischi ambientali e gli stress antropici.

Il progetto si pone come obiettivi principali:

  • Indagare i materiali della street art e la loro suscettibilità all’aggressivo ambiente urbano con metodi innovativi e ottimizzati.
  • Sviluppare azioni di mitigazione per ridurre l’impatto di fattori fisico/chimici e ambientali.
  • Fornire opzioni e linee guida per le strategie di conservazione.
  • Sviluppare soluzioni detergenti innovative per la rimozione selettiva di depositi superficiali e graffiti indesiderati.
  • Gestire il trasferimento di conoscenze, tecnologie e strategie di conservazione innovative a curatori e conservatori, gestori del patrimonio e responsabili politici.

SUPERSTAR è costituito da un ampio partenariato coordinato dall’Università di Pisa e vede coinvolti  comuni, enti pubblici di ricerca, istituzioni per il restauro e aziende private.
Del partenariato fa parte anche il CNR la cui unità di ricerca è coordinata da SCITEC con il contributo di ISPC, Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale.